Wednesday 11 July 2012

News: Soprintendenza archeologica: cinque centri chiedono la secessione da Napoli

From Corriere del Mezzogiorno:
Soprintendenza archeologica: cinque centri chiedono la secessione da Napoli 
Castellammare, Ercolano, Torre Annunziata, Boscoreale e Pompei si sentono oscurati e trascurati. Bobbio: 'Operazione a costo zero per ottimizzare e programmare' 
NAPOLI – Troppe bellezze archeologiche in pochissimo spazio, una densità unica al mondo che invece di eccellere rischia, proprio per questo, di offuscarsi. Tradizionalmente il capoluogo, che ne è l'ombelico, rischia di fare ombra agli altri siti, sia nella comunicazione che nell'attenzione, anche economica, degli enti preposti alla loro valorizzazione. Così proprio da uno dei centri più interessati al problema arriva il cahièr di doleances che si trasforma però subito in una proposta: la secessione dalle soprintendendenza. 
LA DIFFICOLTA' DEL FARE NETWORK - «Autentici gioielli storico-archeologici che non riescono però a brillare come potrebbero e come dovrebbero - si legge in una note del Comune di Castellammare di Stabia - per le difficoltà di una Soprintendenza archeologica, quella unica di Napoli e Pompei, a farne un network archeologico di interesse internazionale, in grado di rilanciare, lungo l’asse che da Ercolano arriva fino a Castellammare di Stabia, passando per Boscoreale e Torre Annunziata, un settore trainante dell’economia qual è il turismo archeologico».

IL VERTICE - Su questa mancata occasione di sviluppo su cui si sono confrontati presso Palazzo Farnese, i vertici delle Amministrazioni comunali interessate: i sindaci Luigi Bobbio (Castellammare di Stabia), Vincenzo Strazzullo (Ercolano), Giosuè Starita (Torre Annunziata) e l’assessore Vito Feliciello (Boscoreale). Assente giustificato il primo cittadino di Pompei, che si è comunque dichiarato favorevole all’iniziativa e disponibile a partecipare a future riunioni sullo stesso tema.
Esito dell'incontro «attivare un percorso, fatto di investimenti, di programmazione gestionale e di vera e propria programmazione industriale che metta finalmente a sistema un complesso di siti archeologici unico al mondo per la sua completezza e per le sue specificità partendo innanzitutto dalla contiguità territoriale». 
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